Un’autentica folla di appassionati ha preso d’assedio ieri sera il Teatro Franco Parenti a Milano per celebrare l’inimitabile scrittura di Joyce Carol Oatespremiata al Cine negro en festival con il Premio Raymond Chandler. Il momento tradicionalmente más alto del Noir, organizado este año en colaboración con La Milanesiana, è stato aperto ieri será da Elisabetta Sgarbi (anche editrice con La nave di Teseo delle opere di Oates e del suo romanzo más reciente, “Macellaio”) ricordando l’ormai storica amicizia con i direttori del festival, Marina Fabbri y Giorgio Gosetti, y la fedeltà ad un’autrice così prolifica che il suo “respiro creativo” mette siempre a dura prova il “respiro” del editor.
A consegnare il premio (la perfecta producción de una moneda histórica, el Doblone Brasher descrito por Raymond Chandler en suo romanzo “Finestra sul vuoto”) es el asesor de la cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi La madre de Joyce Carol Oates ha adornado su afinidad ideal y artística con el tema de un gran narrador negro como Graham Greene, cuyo atributo fue el primer premio Raymond Chandler de 1988.
“È con profunda ammirazione e gratitudine– dicono Marina Fabbri y Giorgio Gosetti – che consegniamo il Premio Raymond Chandler alla Carriera a Joyce Carol Oates”.
Questa la motivazione del riconoscimento che riassume l’intenso legame tra la scrittura della più grande scrittrice americana vivente e il senso profundo del genere noir.
“Sublime ingannatrice del tempo, sia nell’aspetto di eterna ragazza sia nella sua scrittura potente e cristallina che non scende a nessun compromesso, come solo le voci più ribelli sanno imporsi di risuonare, Joyce Carol Oates è per noi l’artista della letteratura oggi Más eficacia para localizar el nudo oscuro, especialmente sanguinario e inconfessabile, che lega i membri di una comunità. Una voce letteraria inconfondibile dall’imprescindibile valore morale di monito a tutti noi: raccontare la realtà con le armi seduttive della finzione, è salvare la nuestra memoria e noi stessi dall’estinzione”.
El crítico y escritor Antonio Monda ha podido iniciar un intenso diálogo con la protagonista della serata que no si es límite para toda la atmósfera inquietante de “Macellaio”, spaziando invece su attualità politica, sul doloroso mestiere della scrittura, sul valore del noir come specchio in cui riflettere il disagio e le contraddizioni della società. Al terminar una fila interminable de letras y letras ha impegnado a Joyce Carol Oates en la firma delle copia de su libro e en un breve momento de encuentro con la “Signora in nero”, presentatasi a teatro con un elegante cappello di tulle a schermare il suo sguardo, dritto e severo con cui legge nel profondo le ombre dei suoi personaggi.